18/04/2024
Un rapporto pubblicato da Pi Labs illustra 4 alternative integrate di IA applicate al settore edile, in grado di dimezzare l’impronta di carbonio dagli edifici con eco globale.
La grande novità è che anche l’energia impiegata dall’utilizzo di ChatGPT potrebbe venire premiata grazie ai comprovati benefici.
Sarebbe sufficiente l’impiego dell’Intelligenza Artificiale in 4 situazioni diverse per ottenere una riduzione pari al 50% dell’impronta di carbonio nel mondo. Sembra impossibile? Al contrario, la società globale di venture capital Proptech Pi Labs, pubblica nel suo studio “Sustainability Intelligence: AI for greener built world”, un’approfondita analisi sul potenziale che l’Intelligenza Artificiale vanta per la decarbonizzazione di un edificio costruito. In base alla ricerca, l’utilizzo dei 4 casi di esempio di IA applicati a processi industriali del settore edile, condurrebbe alla riduzione dell’impronta di carbonio degli uffici dal 5,81% al 6,46% di gigatonnellate di CO2-e entro il 2030.
I 4 esempi di applicazioni chiave dell’IA in ambito edilizio
Identificata con la data di nascita nel 1950, grazie a ricerche di Alan Turing, l’AI è drasticamente cambiata da allora ad oggi, arrivando al prodotto per eccellenza meglio conosciuto come ChatGPT di OpenAI. Anche l’edilizia si sta quindi adattando, trainata dall’effetto e dai potenziali riconosciuti dall’Intelligenza Artificiale, iniziando a sperimentare all’interno di questo settore.
I ricercatori di Pi Labs, affermano che sarebbero sufficienti 4 azioni definite “chiave” per collegare l’AI alla decarbonizzazione del settore edile. Pi Labs parte da uno studio di 68 casi di sostenibilità dell’AI nel settore immobiliari, selezionando: il decremento degli input derivanti dalle materie prime tramite la progettazione generativa; la prevenzione derivante dalla rilavorazione edile con l’analisi 3D AI; il decremento dell’intensità di energia negli edifici basati su costruzione intelligente abilitata all’IA; nonché la deviazione dei rifiuti ricavati dalla demolizione con l’analisi dei materiali di scarto abilitata all’IA.
Progettazione generativa: Impiegare l’IA per migliorare il processo di costruzione, con la conseguente riduzione del quantitativo di materie prime utilizzate. In base alla ricerca, solo questa tipologia di lavoro, permetterebbe un decremento pari al 70% della quantità di materiali da costruzioni utilizzati, con una importante riduzione di carbonio degli edifici fino a raggiungere il 3,19 Gt di CO2e.
Prevenire le rilavorazioni: Quanto fino ad ora non considerato perché ritenuto impossibile, diventa oggi possibile. Le rilavorazioni in ambito edile, o meglio, gli interventi di correzione successive alla approvazione di un progetto, sono tra i primi fattori che determinano l’incremento delle spese e delle emissioni. In questo specifico esempio, la gestione di tutti i processi che fanno impiego di AI, potrebbero essere ottimizzati, grazie alla riduzione degli errori, con una previsione più precisa dei rischi (meteorologici o sismici), eludendo trasporti non necessari, o lo spreco di risorse e materiali.
Ridurre l’intensità energetica degli edifici: Lo spreco di energia coinvolto nel settore edile, è una problematica nota in tutto il mondo. Solo nel 2021, il comparto è stato responsabile per il 30% del consumo di energia globale. L’apporto dell’AI renderebbe possibile l’efficienza dei sistemi, grazie al solo utilizzo energetico necessario in uno specifico momento.
Rifiuti da demolizione: La raccolta differenziata, processo ormai sempre più adottato, è definito il processo manuale più inefficiente in diversi settore. L’impiego dell’AI garantirebbe il riutilizzo di materiali giunti al termine del ciclo di vita, permettendo che questi non raggiungano le discariche, migliorando inoltre gli interventi di riparazione.