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È online il nuovo report sull’ andamento del settore edile e immobiliare

È online il nuovo report sull’ andamento del settore edile e immobiliare

28/12/2023

Raggiunge quasi l’80% dei professionisti, l’opinione per cui adottare nuove tecnologie nelle proprie aziende viene ritenuto difficoltoso. Il 22% degli esperti ritiene che uno dei maggiori ostacoli della digitalizzazione della filiera sia la scarsa percezione di rendimento, con la conseguente mancanza di ritorno sugli investimenti.

 

Report Planradar: La digitazione del settore edile e immobiliare

La piattaforma online Planradar per la gestione della documentazione sulle attività di comunicazione in ambito di progetti di edilizia e immobiliare, ha rilasciato il proprio report “La digitalizzazione nel settore edile e immobiliare”, che propone un’analisi approfondita su quanto la digitalizzazione delle aziende del comparto edile sia adottata, aggiungendo le prospettive di incremento degli investimenti su soluzioni tecnologiche, includendo al suo interno le risposte alle loro domande di oltre 1.300 professionisti provenienti da 15 nazioni diverse.

In base a quanto evidenziato dallo studio, il 77% dei professionisti del settore è convinto che proporre l’utilizzo di nuove tecnologie ai propri team di lavoro o all’interno dei reparti aziendali sia difficoltoso o molto difficoltoso.

Nel nostro paese il numero di professionisti afferma che gli investimenti verso la tecnologia siano difficili o molto difficile, si aggira intorno al 79%, di poco al di sopra della media globale, solamente il 21% pensa che gli investimenti in tal senso siano piuttosto facili o di facile attuazione.

I più positivi li troviamo in Germania, con una percentuale pari al 27%, in Repubblica Ceca con il 28%, e in Austria con il 36% in cui colore che sono stati intervistati sono convinti che l’implementazione di soluzioni tecnologiche sia pressoché facile o molto facile.

Nonostante le difficoltà percepite sull’utilizzo di soluzioni tecnologiche siano diverse, la componente più rilevanti emersi dallo studio sul campione del tessuto italiano sono essenzialmente tre.

Il 22% di coloro che sono stati interpellati pensa che la principale problematiche sia basata sulla convinzione di uno scarso ritorno sugli investimenti. Il dato è simile o uguale a quanto emerso in Spagna (20%), Francia (28%) con Austria e Germania al 24%, che hanno espresso un giudizio altalenante affermando che questo fattore sia l’ostacolo primaio, seguiti da altri 5 paesi su 15 che lo collocano tra il primo e il secondo fattore problematico.

Malgrado ciò, lo studio porta in superficie anche la cognizione dei vantaggi che si possono trarre dall’utilizzo di strumenti digitali innovativi, come ad esempio per i software di project manager, la cui adozione, per il 95% degli interpellati, ha dato come risultato, un decremento dei costi totali dei loro progetti, (il 35% di essi, lo stimano tra il 10% e il 30%, con il 33% che lo colloca tra il 5% e il 10%).

Il secondo rilevante ostacolo portato in evidenza dallo studio di Planradar è senza dubbio una visione generale troppo legata alla tradizione dei partecipanti a progetti di costruzione, che per il 20% degli interpellati in Italia, mette il freno agli investimenti tecnologici. La stessa idea è condivisa da quasi tutti i 15 paesi studiati Brasile, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna e Regno Unito) e ritrae quelle che sono tutte le più grandi difficoltà nel processo di digitalizzazione delle aziende.

Il 19% degli intervistati, ritiene che il terzo fattore che porta a una difficoltà di investimento nella tecnologia in Italia, sia il costo elevato delle soluzioni da adottare e la loro implementazione. Questo è protratto come l’ostacolo primario da tre nazioni: Regno Uniti 26%, Ungheria 22%, Australia 21%.

È comunque d’obbligo distinguere tra le diverse possibilità nel campo delle digitalizzazioni disponibili nel mercato, considerato che le soluzioni tecnologiche non pongono le stesse difficoltà di implementazione, di investimento, o rappresentano necessariamente un rischio. L’avanzamento tecnologico apporta efficienza per le aziende che effettuano investimenti in tal senso, incrementando i loro profitti. Ancora oggi non tutte le aziende sono pronte ad assumersi l’impegno verso l’adozione di nuove tecnologie come ad esempio la stampa 3D, la realtà virtuale, la robotica o l’AI.

Eppure, malgrado la titubanza sulle difficoltà di introduzione tecnologica nella aziende, il 39% dei professionisti italiani, ha comunque delle aspettative di incremento degli investimenti verso la digitalizzazione collocandosi tra l’11% e il 20%.

L’Italia è dunque sulla stessa linea della Germania 34%, e coltiva aspettative più ampie comparate a quelle delle vicine Austria, Francia e Spagna, che prevedono una crescita sugli investimenti più cauta attestandosi tra il 5% e il 10%.

Considerando la media totale degli interpellati, il 52% di essi fa una previsione di investimenti futuri per le proprie aziende di almeno l’11% in più rispetto ai scorsi anni, un dato che incrementa il livello di ottimismo fino quasi al 31% per quasi un quarto dei professionisti.

AMBITI DI INVESTIMENTO TECNOLOGICO

Secondo lo studio di PlanRadar, nel nostro paese l’area primaria di investimenti tecnologici, è rappresentata dal Bim (Building Information Modeling):

-      Il 75% dei professionisti in Italia, prevede un aumento significativo degli investimenti su questa tecnologia, un dato concordante con Francia 77%, Spagna 75%, superando la media mondiale del 66%.

Seguono a coda, le spese relative agli investimenti su programmi e software che permettono la gestione di progetti di costruzione e degli immobili. In Italia, gli investimenti si attestano attorno al 73%, un numero che viene considerato positivamente, considerando che si discorsa di soli 4 punti, rispetto alla media mondiale 77%.

In aggiunta le spese verso la tecnologia a supporto della salvaguardia dell’ambienta, della regolamentazione dell’efficientamento energetico, delle rinnovabili, sono incrementati in modo importante negli ultimi tempi, rimanendo sempre al passo con l’incremento dell’interesse del settore sulle tematiche ambientali, e le sue scrupolose direttive Europee.

Globalmente, il 68% delle aziende stima un aumento della spesa su quest’area della tecnologia, un dato leggermente superiore a quello nazionale che si colloca attorno al 65%, in linea con Croazia e Slovacchia 64%, ma più indietro comparato a Germania 80%, Austria 75%, con Francia e Spagna al 74%.

In conclusione, relativamente ai progressi dell’AI, della RV, e della Robotica, nonostante questi siano ancora molto distanti rispetto al loro utilizzo nel quotidiano dei professionisti del settore comparate ad altre soluzioni innovativi, nel nostro paese quasi il 40% di loro prevede una crescita sugli investimenti nell’arco dei prossimi 3 anni. Altre soluzioni tecnologiche, come la robotica, sono poste invece al di fuori delle priorità primarie degli investimenti per i prossimi 3 anni, per la maggior parte delle ditte del comparto edile, tuttavia, per alcune di loro, circa il 29% stima di incrementare gli investimenti nell’ambito nel periodo citato.

LA DIGITALIZZAZIONE NEL SETTORE COSTRUZIONI DEGLI ULTIMI ANNI

Il comparto immobiliare e dell’edilizia è al centro dell’incremento degli investimenti tecnologici, come evidenziato dalla quasi totalità 97% di più di 1.300 professionisti interpellati, i quali hanno affermato la loro intenzione di incrementare i propri investimenti nel settore tecnologico nell’arco dei prossimi 3 anni.

Ciò nonostante, gli esperti rimarcano la necessità di apportare la digitalizzazione nel settore per raggiungere una maggiore efficienza, sono ancora diverse le aziende che affermano di non aver ancora investito negli ultimi tre anni su tecnologie come la robotica 82%, la stampa 3D 80%, l’AI 74%, la RV 72% e il Bim 41%. In linea con questi numeri, oltre il 65% dei professionisti è convinto che negli ultimi tempi, non vi sia stato alcun incremento del numero di profili digitali all’interno delle loro aziende. La maggior parte degli interpellati che ha visto un incremento del numero di profili stima la percentuale attorno al 5%.

Le aree in cui si sono invece concentrati gli investimenti nell’arco degli ultimi 3 anni, sono state in particolare quelle delle soluzioni digitali verso l’efficientamento energetico e le rinnovabili (il 26% di colore che hanno risposto alle interviste, dichiara di aver investito in modo cospicuo) nonché i software per il project management 19%.

INFINE

Le aziende del settore edile nella costruzione, cominciano ad incrementare gli investimenti sul comparto tecnologico, e saranno coloro che potranno vedere i migliori risultati sull’efficienza e la performance dei propri progetti, nonostante il settore operi ancora in modo quasi o del tutto tradizionale. Ciò nonostante, superare gli approcci troppo legati alla tradizione, convertendo verso la tecnologia può apportare un cambio di rotta per tutta la filiera.